Fendi, i 100 anni della maison romana tutta al femminile
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La vera capostipite di casa Fendi porta un altro cognome. Si chiama Adele Casagrande e nel 1918, ancora ragazza, è già un’imprenditrice. Gestisce il negozio-laboratorio di pellicce di famiglia a Roma, in via del Plebiscito, e quando si sposa, nel 1925, con Edoardo Fendi, decide di ribattezzarlo con il nome del marito. In pochi anni, la ditta Fendi si espande, aprendo altre vetrine in città e affermandosi come il migliore indirizzo per acquistare valigie e borse in pelle di ottima fattura. Dal matrimonio di Adele ed Edoardo, nascono cinque figlie, Paola, Anna, Franca, Alda e Carla. Dopo la morte del padre, nel primo dopoguerra, saranno loro a prendere in mano l’azienda di famiglia e a trasformarla in una maison di moda internazionale, rivoluzionando il mondo della pelliccia prima, e lanciando it bag a ripetizione poi. Adele desiderava che le figlie studiassero e si sposassero, diventando tranquille madri di famiglia, ma a loro venne naturale rimboccarsi le maniche e affiancare la madre in negozio. Non fu facile, perché all’epoca il settore era ancora territorio maschile.

Complementari e unite - “come le cinque dita di una mano”, amavano ripetere - si divisero presto ruoli e competenze. Paola si specializzò nella ricerca dei materiali e nelle tecniche di lavorazione, Alda nella pellicceria, Franca cominciò a seguire i negozi, Anna l’ufficio progettazione per la la pelletteria, il prêt-à-porter e le licenze, Carla le pubbliche relazioni.
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Insieme, in pochi anni, le sorelle consolidano l’attività arruolando di volta in volta vari stilisti di pellicce, ma è nel 1965, quando si assicurano la collaborazione di Karl Lagerfeld, che avviano la vera rivoluzione Fendi. Con il designer tedesco, che resterà in carica per 54 anni, rovesciano la visione tradizionale della pelliccia come capo dell’establishment trasformandola da rigido status symbol a oggetto leggero e contemporaneo, per la moda di tutti i giorni. Oggi, l’idea di una maison fondata sulle pellicce sembra anacronistica, e decisamente superata dalla nuova consapevolezza ambientale, ma all’epoca, prima del ‘68, ogni donna aspirava ad averne almeno una nell’armadio, come simbolo di agiatezza ed eleganza. Lagerfeld propone idee e modelli nuovi e le sorelle gli rispondono adattando alla sua creatività le tecniche più avanzate, i colori più nuovi. In breve diventano le regine del mercato e applicano le lenti della moda anche alla pelletteria. Tutto diventa meno rigido e più funzionale. E riconoscibile, grazie al logo della doppia F nera su sfondo color fango disegnato da Lagerfeld nel 1966 che, oltre a richiamare l’iniziale del marchio, sta per “fun furs” (pellicce divertenti), e caratterizza negli anni successivi i capi e gli accessori più di successo della maison. La Fendi-mania contagia molto presto anche il cinema. Nel 1973 le sorelle realizzano le pellicce per Ludwig di Luchino Visconti e poi, sempre per il regista, lavorano a Gruppo di famiglia in un interno e L’innocente. Anche Michelle Pfeiffer, Madonna e Gwyneth Paltrow indossano furs della casa in L'età dell’innocenza di Martin Scorsese, Evita di Alan Parker e I Tenenbaum di Wes Anderson.
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Nel 1977 nasce la prima collezione pret-à-porter firmata Fendi (e Lagerfeld, naturalmente). E negli anni successivi, la produzione si allarga fino a comprendere foulard, guanti, cravatte, occhiali, jeans e oggetti per la casa. In archivio oggi si contano oltre 70 mila disegni firmati da Karl. Il suo lavoro per il marchio viene celebrato nel 1985, anniversario dei vent’anni di collaborazione, con una mostra alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Nello stesso anno viene lanciato il primo profumo, battezzato semplicemente Fendi, mentre nel 1989 apre la prima boutique americana, a New York, e debutta la linea casa. Nel 1990 tocca anche alla collezione uomo di abiti e accessori. Il successo di Fendi passa indenne la recessione degli anni 90, grazie anche al lancio di borse di straordinario successo. A questo punto, infatti, ad affiancare Karl Lagerfeld c’è anche Silvia Venturini Fendi, figlia di Anna, che entra in azienda diventando presto responsabile dell’ufficio stile. Nel 1997 inventa la famosissima Baguette, borsa dalla forma allungata e rettangolare con fibbia a doppia F e manico corto che si indossa sotto il braccio, come fanno i francesi quando comprano il pane (la baguette, appunto). Il suo successo internazionale, e la sua longevità, si declinano oggi in oltre 600 varianti (comprese quelle apparse nei look di Carrie Bradshaw/Sarah Jessica Parker in Sex and The City).
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Nel 1999, le sorelle Fendi decidono di vendere. Il gruppo del lusso LVMH, insieme a Prada, entra al 51%. Nel 2000 Prada cede la sua quota e tra il 2002 e il 2004 LVMH diventa unico socio di maggioranza. Il resto è storia recente: Silvia Venturini Fendi rimane alla direzione artistica e nel 2009 mette a segno un altro colpo, lanciando la borsa Pekaboo. Nel 2020, assume l’incarico di responsabile di accessori e collezioni uomo, e accanto a lei Kim Jones assume la direzione creativa delle collezioni donna e couture, che lascia nell’ottobre del 2024. Oggi è Silvia a curare la grande sfilata del centenario, in programma a Milano il 26 febbraio, durante la settimana della moda donna. Accanto a lei, c’è sua figlia Delfina Delettrez, che dirige la gioielleria della maison, rappresentando la continuità della linea matriarcale che la unisce anche alla bisnonna Adele, alla nonna Anna e alle zie.
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repubblica