Il nuovo Speedy di Omega ci fa contare i giorni che ci separano dalle Olimpiadi

Oggi, Omega lancia un nuovo Speedmaster in edizione speciale per dare il via al conto alla rovescia di 100 giorni che separa la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali del 2026, che si terranno a Milano e nella località dolomitica di Cortina d'Ampezzo. Non sorprende che il marchio abbia scelto lo Speedmaster per le Olimpiadi. L'orologio che ha spinto i confini nello spazio è più che qualificato per svolgere un doppio ruolo per l'apice dell'impresa sportiva sulla Terra. Gli incarichi di Omega nel cronometraggio sportivo ufficiale alle Olimpiadi, infatti, precedono di decenni la corsa allo spazio, e lo Speedmaster sarà sempre il suo cronografo per eccellenza.
Questa nuovissima versione, denominata Speedmaster Milano Cortina 2026, presenta un quadrante con un'insolita ma delicata texture blu e bianca, ispirata, opportunamente, alla neve e al ghiaccio, che si ritrova anche sulla lancetta centrale dei secondi cronografici. Un 26 spettrale, ripreso dal logo di Milano Cortina, attraversa il motivo. La lunetta e le incisioni a bastone, invece, sono blu navy, creando un contrasto con il quadrante luminoso. Il logo completo delle Olimpiadi invernali, inclusi i famosi anelli, è inciso sul fondello dell'orologio da 38 mm.

Sul fondello è presente il logo "26".
La lunga storia di Omega con le Olimpiadi inizia quasi un secolo fa, nel 1932, quando divenne cronometrista ufficiale dei Giochi estivi di Los Angeles, aggiungendovi le Olimpiadi invernali di Garmisch Partenkirchen, in Germania, solo quattro anni dopo. A quei tempi, naturalmente, il cronometraggio era un'operazione puramente umana e meccanica, e Omega era già un'azienda leader specializzata in cronografi. Per il suo debutto a Los Angeles, Omega inviò un solo orologiaio dalla sua sede centrale svizzera, con una valigia piena di 30 cronometri Omega ad alta precisione. Sebbene questi fossero all'epoca le armi più precise nel cronometraggio sportivo, c'era sempre margine di miglioramento. All'inizio degli anni '60, i cronometri al quarzo erano il collegamento diretto e fondamentale tra lo sparo di partenza e la telecamera del fotofinish.
Questa mossa ha comportato lo sviluppo di un intero centro di ricerca e sviluppo presso Omega, oggi rappresentato da Swiss Timing, un laboratorio sulle colline sopra la sede centrale di Omega a Bienne, in Svizzera. Condiviso con Tissot e Longines, altri due leggendari produttori del Gruppo Swatch, la società madre di Omega, Swiss Timing è interamente dedicato a ogni tipo di tecnologia, dalle telecamere per il fotofinish sopra menzionate ai touch pad per le gare di nuoto. Attraverso i suoi marchi, Swiss Timing raccoglie dati ufficiali in occasione di mille eventi sportivi professionistici e amatoriali ogni anno.

Uno sguardo più da vicino allo Speedmaster Milano Cortina 2026.
Ma le Olimpiadi sono il grande evento, e sono di esclusiva competenza di Omega. Per Swiss Timing, il prossimo febbraio, questo significa 250 tonnellate di attrezzature per il cronometraggio, telecamere ad alta tecnologia e computer. Caricati su 15 camion, questi partiranno per Milano e Cortina circa 10 giorni prima dell'apertura, con il tempo intermedio dedicato all'allestimento e ai rigorosi test del tutto. I tecnici di Swiss Timing non sono solo responsabili della raccolta dati e del cronometraggio degli eventi, ma anche della gestione della perfetta integrazione di tali dati con le piattaforme mediatiche mondiali, caricando le informazioni di cronometraggio e classifica che appaiono sui nostri schermi televisivi. Non sorprende che i team che lavorano alle Olimpiadi non siano i tradizionali orologiai Omega. Provengono dai campi della fisica, dell'elettronica, della programmazione informatica e persino dell'intelligenza artificiale. Tutto ciò che creano, tutta quella ricerca e sviluppo tecnologico, è concepito soprattutto per rendere le Olimpiadi eque. Ed è tutto al servizio dell'atleta (per esaltare le prestazioni fisiche) e dello spettatore televisivo (per esaltarne il divertimento).
Per il Presidente e CEO di Omega, Raynald Aeschlimann, nonostante l'enorme divario tecnico tra l'orologeria meccanica e il moderno cronometraggio olimpico, le Olimpiadi rappresentano la migliore vetrina possibile per Omega. "Le Olimpiadi sono la definizione unificante dello sport e, naturalmente, due cose sono fondamentali: l'antidoping e la precisione del cronometraggio", afferma Aeschlimann. "Senza di esse, non sarebbero la monumentale fonte di ispirazione che rappresentano in tutto il mondo. Ogni singola Olimpiade rappresenta una pietra miliare nella storia dello sport, con nuovi record stabiliti ma anche l'ingresso di nuovi sport. È un evento colossale. Si tratta di 24 campionati mondiali nelle stesse due settimane. È un ruolo davvero unico per noi".
Quindi, sebbene l'approccio di Omega all'orologeria rimanga decisamente meccanico, la sua reputazione nel cronometraggio elettronico e in tutti gli ingegnosi gadget che mette in campo alle Olimpiadi è una freccia indispensabile nella sua faretra.
"Per Omega, le Olimpiadi rappresentano un'eredità strettamente legata all'orologeria meccanica", afferma Aeschlimann. "Nel nostro mondo, avere una lunga storia specifica nella misurazione del tempo significa rappresentare qualcosa di coerente, anche se la tecnologia è cambiata in modo incommensurabile. Nel 1932 eravamo orologiai; ma soprattutto eravamo specialisti in cronografi. Le Olimpiadi non avrebbero mai chiamato Omega se non avessimo avuto quella competenza nella precisione del cronometraggio. Ora, con tutti i dati che abbiamo e le attrezzature che abbiamo sviluppato per le Olimpiadi, è molto diverso e molto lontano dai primi cronografi utilizzati nel 1932. Ma il nostro ruolo è ancora lì e, nonostante la tecnologia, fondamentalmente lo stesso. Noi misuriamo il tempo, e lo facciamo molto bene."
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